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Christina Ricci

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I miei Film preferiti

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Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di berlino

Un film che viaggia in una generazione perduta in antri apocalittici emotivi e destabilizzanti alla ricerca di una serenità perduta o mai inverata.
Tra artifici allucinogeni e dipendenze amorose travianti dove l’amore è solo un compromesso per evadere da una realtà fuorviante e autolesionista di una società dispersa tra emulazioni e confusioni edonistiche.
Malessere e disistima nel proprio presente intrappolano la protagonista in ruoli estroversi e fuggitivi con il contorno di una colonna sonora aspra nelle sue note decadenti ma avvolgenti (David Bowie - Heroes)

--------------- recensione -- Dj Manuel

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Prendimi l'anima

Per quanto ami il pensiero junghiano trovo deplorevole la sua incapacità nel frenare istinti attrattivi che rendono arrendevole l’uomo di fronte alla complessità magnetica dell’amore.
Non vengono rispettate regole basilari ( deontologia ); per un processo quasi automatico di frequentazione continua, il quale legittima comportamenti fuori da schemi che non rispettano metodi precostituiti di purezza intellettuale alfine della cura. La debolezza umana, se pur motivata dall’attrazione fisica e psichica, varca confini di fragilità basati principalmente sulla riconoscenza inconscia verso il proprio salvatore che assume in primis, agli occhi della paziente, sembianze onniscienti e dispensatorie di riflessione catartica. Un lavoro cinematografico italiano che ammette rilevanza storica nel descrivere comportamenti oltre la sfera emotiva del singolo individuo portando così lo spettatore a ripercorre visivamente scenari poco esplorati ed ambigui che incarnano un solfeggio armonico distribuito a piccole dosi quasi come una medicina subliminale da sorseggiare a tratti .

--------------- recensione -- Dj Manuel

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Il profumo del mosto selvatico

I film hanno il potere di far provare emozioni e conseguentemente estendere i propri sensi percorrendo in modo contiguo emozioni che si vorrebbero provare.  Calpestando l’uva nasce il vino decantato accuratamente nella sue botti di rovere; così fa la vita, tra asperità e sbandamenti trasforma degli eventi casuali in felicità.  Questa è la storia parafrasata dei due protagonisti che fanno del fato malevolo un connubio distillato d’emozioni tra passioni e pause poco edificanti ma che esprimono, attraverso sguardi magnetici, la trasformazione alchemica dell’elemento amore.  Consigliato per i single come il sottoscritto che per una breve frazione di tempo possono cimentarsi nella consapevolezza che l’amore, almeno nella finzione cinematografica, può realmente manifestarsi.

--------------- recensione -- Dj Manuel

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What Women Want

Qual è la chiave di lettura per comprendere una persona?
Soprattutto se quest’ultima può in qualche modo destare il nostro interesse in modo attrattivo, inizialmente, ma in un secondo momento mostra, attraverso un’esplorazione continua, una splendida sostanza interna che ci trascina gravitazionalmente ad orbitare in sfioramenti intellettivi e profondi.  Decriptare il pensiero, o meglio ascoltarlo, assumendo super poteri che facilitano la comprensione più approfondita di quella persona che vogliamo indagare.  E’ la narrazione fantastica che caratterizza questo film che, nella fantasia di ogni uomo, adotta questa scorciatoia per arrivare a degli obbiettivi di carattere amoroso ma anche estendersi in aree perimetrali nella comprensione di persone isolate e solitarie che, con passi felpati, si muovono in questa società carica di individualismo e ipocrisia velata.
La superficialità di questi tempi tende ad estendersi a preconcetti che etichettano, ancor prima di esplorare affondo, come prodotti da banco la cui etichetta declama le semplici proprietà come un oggetto inanimato. Invece, poter leggere nella mente svela realtà paradossalmente contrastanti con ciò che l’esterno racconta.
Quello che posso leggere in questo film è un messaggio subliminale che, per la durata di tutto il film, ricorda allo spettatore che sottopelle vi è qualcosa di più e questo fa e compone il tutto.

--------------- recensione -- Dj Manuel

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Monster

In una società arida e basata sul capitalismo alla ricerca della normalità, una prostituta ed una ragazza lesbica incrociano il loro destino in compagnia della follia che lentamente distorce la realtà e tende a consumare piuttosto che ricostruire .  Entrambe si divincoleranno consapevoli ed inconsapevoli dell’ amaro che dispensa l’essere umano che, maschio, nella sua perversità, alimenta una forma di povertà che si basa perlopiù sulla disperazione.  L’irrazionale prende il sopravvento e spesso la simbiosi tra due esseri senzienti compenetra nell’animo umano scimmiottando atteggiamenti che, con una frequentazione continua, prendono forma in uno specchio il quale si permea e riflette stati angosciosi e nevrotici.
Non vi è una via d’uscita quando si alimenta l’autodistruzione di se stessi senza che le istituzioni pongano termine ad un salasso vitale che sprofonda nella speranza e si sopisce nel tempo regalando orizzonti crudi e infelici.  Se ci guardiamo attorno, dietro a molte persone che incontriamo casualmente nel corso della nostra vita, vi è un percorso doloroso che le trascina verso determinate scelte legate al bene o al male e non sempre queste sono meditate ma ricavano la loro energia dal bisogno primario di sopravvivere.  Questo mondo parla d’amore ma dispensa solo odio e frustrazione lasciando solo a pochi la possibilità di cogliere l’attimo felice che nel fiume della vita si evolve nel tempo in prosaici veleni.

--------------- recensione -- Dj Manuel

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Mr Beaver

E’ difficile esplorare la mente umana nella sua complessità individuale e interazionale; ogni individuo reagisce in modo diverso a stimoli che provengono dall’esterno metabolizzandoli ed elaborandoli secondo il proprio vissuto e la propria conoscenza.  Difficile è trovare spiegazione a determinate patologie che tendono a declassare l’essere umano o ad estraniarlo da un mondo plagiato dai poteri mediatici e demagoghi che non ammettono alcuna forma di malessere.  Troppo facile è definire una persona negativa; è come un agente patogeno avverso e contrastante con la spasmodica svendita della felicità falsata da una corteccia esteriore e forzata a manifestarsi nelle interazioni con altre persone.  Chi si lamenta per molti è automaticamente emarginato ed insignito, superficialmente, come inetto e fastidioso.  Questo personaggio, che si muove instabile in questa narrazione cinematografica, trova la soluzione per fuggire dalla sua apatia e sofferenza, creandosi un alter ego che infonde energia risollevando quel corpo esanime e riportandolo al suo precario equilibrio apparente.  Come in ogni situazione vi sono due risvolti dissoluti in perenne conflitto con la transitorietà degli eventi che volgeranno in un epilogo dissonante.  Uno dei due binomi conviventi nel personaggio dovrà essere reciso affinché rientri il vero “ SE “ cognitivo che darà efficacemente il via ad uno stato equilibrato e di veridicità.
Ricostruirsi è lottare per non soccombere a infestanti opinioni e risorgere per tornare a confrontarsi con i propri cari e l’oscuro mondo esterno.  In poche parole: “ salva te stesso perché questo mondo individualista non lo farà mai ”.  In un mondo esacerbato da misfatti degenerativi, la completezza esige una riunione obbligata con i propri smarrimenti ed amplifica disfunzioni dettate da turbamenti emotivi che operano nell’apparire più che nell’ essere.

--------------- recensione -- Dj Manuel

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New York, I Love You

L’occhio riporta la nostra visione dello spazio esterno.
Attraverso la visione diretta delle percezioni visive, osservando il mondo che ci circonda, interpretiamo e, forse, rievochiamo, a volte senza una logica, una fantasia indotta da stimoli visivi.  Siamo reduci da sogni e interrogativi che probabilmente non troveranno mai una risposta o che verranno accantonati nel presente perdendo rilevanza nel passato.  L’occhio impressiona istanti ma la mente sceglie se dare spessore al dettaglio o solamente circoscrivere l’avvenimento in un pensiero latente che potrebbe in futuro riaffiorare.  Scenari ammorbati, filtrati accuratamente e ricostruiti appositamente per caratterizzare il personaggio ondivago, inquadrato nell’ istante, quasi a volerlo trasformare a proprio piacimento. Vari individui si muovono sullo schermo quasi ad accentuare quel paesaggio che non è più un contorno ma un corpo unico in simbiosi con la materia circostante.  Storie d’amore che si mescolano con ferite nell’animo, intrecci di fili che probabilmente non godono di un contatto ma trascinano, tra un episodio e l’altro, in stati impregnati da fatalismo catartico, in arrendevolezze ed in incroci senza che vi sia una continuità.  Osservando, sembra di rimanere soggiogati da sensazioni atte a disperdersi nel caos della città.  Ed alla fine, dopo esserci districati tra queste trame di una tela sgualcita dal procedere del tempo, ci sentiamo reduci di ambiguità sommerse, travolgenti, avvolgenti, forse quasi sussurrate all’orecchio, scoprendo il filo conduttore che nel labirinto del presente ci porta fuori lasciandoci sorpresi ma piacevolmente coinvolti. Perdiamoci nel frastuono della città ma fissiamo “ l’obbiettivo “ mettendo bene a fuoco tutto ciò che ci circonda, perché intorno a noi c’è vita che condivide parzialmente il nostro spazio vitale e che si aggrega e si disperde nel torbido della quotidianità.

--------------- recensione -- Dj Manuel

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La forma dell’acqua

Ogni immagine ricalca pedissequamente i molti eccessi della natura umana. Non serve conservare niente della coscienza elementare che ci portiamo dai primordi e dai fausti antenati che hanno inevitabilmente lasciato tracce di eroi ed anti eroi. Scene che ricopiano altri film in modo quasi marginale dove il colore predominante, il verde , rappresenta la speranza enigmatica e silente, a tratti decadente, di un tempo passato dove i muri s’ innalzavano alti e minacciosi.  Barricate dove si infrangono ideologie distorte apparentemente contrastanti ove vige il cieco e bieco patriottismo.  Ritroviamo in modo sfuggente l’antitetico marchingegno che permea le menti, nel totalitarismo; gli stereotipi vengono cancellati di netto cercando di ricalcare altre narrazioni similari che permettono una forma d’amore inconcepibile già nel tempo dove si svolge la narrazione di questo incontro tra la bella e la bestia.  La compassione tra simili rinforza principi legittimi votati al salvataggio di quella creatura che ha sembianze umane ma che  è costretta a vivere in superfice ed impatta contro il male seminato dalla povertà d’animo, dalla diversità e dall’essere considerata inferiore da chi si ritiene un semidio pur non essendo comprovata la sua  superiorità. La legge della forza imprime, calcifica e trae giovamento con la parte più sgradevole e primitiva dell’uomo ma c’è anche l’opposto, il positivo, che per amore o per solidarietà costituisce il vero lato umano.  Una fuga verso mirabolanti parabole espresse a bassa voce dove galleggiano solitudini e copiose fragilità in uno scempio sempre più vago ma superficiale nel quale impattano in modo spregiudicato le due parti opposte delle debolezze umane. Un’ implicita lotta tra il diverso e il perverso mondo che si dispiega nell’esplorazione della psiche che secerne forme aggressive e amabili carezze ed il tutto diventa iniquo di fronte alla profondità del mare dove si annulla una storia che sembra cancellare ciò che il passato ha diligentemente aggregato.

--------------- recensione -- Dj Manuel

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